È tempo di ripartire. Le attività ormai sfiancate dalla pandemia si stanno rimettendo in moto, pur tra mille difficoltà e preoccupazioni per il futuro. Un momento complicato per tutti, dove il sostegno e la vicinanza possono giocare un ruolo di rilievo. E un piccolo aiuto può arrivare anche dal contest de L’Arena «La Gelateria dell’anno» che mette in vetrina le eccellenze del territorio. Il presidente di Confartigianato Imprese Verona Roberto Iraci Sareri non ha dubbi: «l’iniziativa del gruppo Athesis ha dimostrato di meritare attenzione, sia da parte dei consumatori, sia da parte delle gelaterie, quello che ci auguriamo è che aumentino le occasioni di contatto tra i primi e le seconde, per degustare ottimi gelati artigianali e, magari, scegliere il proprio gusto ed esercizio preferito». A livello nazionale sono oltre 17mila le imprese artigiane di gelateria e pasticceria e in provincia di Verona rappresentano circa il 20 per cento del totale delle imprese artigianali del settore alimentare. Numeri di spicco, per un settore fatto di tradizione e qualità. Le cifre si fanno copiose anche per quel che riguarda i consumi. Il gelato è infatti un alimento apprezzatissimo da grandi e piccini. «L’elaborazione dei dati Istat sui consumi consente di stimare in Italia una spesa delle famiglie per gelati pari a 1.804 milioni di euro», spiega Iraci Sareri. «In chiave territoriale, la spesa familiare per gelati più elevata si riscontra in Lombardia, con 335 milioni di euro, seguita da Lazio, Piemonte, Campania, Emilia Romagna e poi Veneto con 144 milioni di euro». Il nostro gelato è buono e di elevata qualità, ma il Covid non ha risparmiato nessuno e il settore sta soffrendo, come purtroppo la gran parte delle attività. Una recente analisi di Confartigianato sulle conseguenze dell’emergenza pandemica sulle micro e piccole imprese ha evidenziato un calo di fatturato del 36,7 per cento. «Purtroppo la minore domanda determinata dalla recessione, il crollo del turismo e le restrizioni della mobilità hanno determinato effetti pesanti sulle gelaterie e pasticcerie», confessa Iraci, «tralasciando l’imponderabilità degli sviluppi legati ad una eventuale e non auspicabile ripresa delle restrizioni, Confartigianato sta lavorando da anni per difendere e far riconoscere ai consumatori la qualità e la genuinità del gelato, anche con l’introduzione legislativa di un disciplinare e criteri di qualificazione, perchè purtroppo oggi non è facile distinguere il vero gelato artigiano rispetto ai tanti prodotti che si spacciano come tali». Ma qual è il gelato più richiesto? «Dobbiamo sottolineare due aspetti contraddittori, da una parte vi è infatti una omogeneizzazione e standardizzazione dei consumi, dall’altra una maggiore segmentazione con un cliente più esigente ed attento verso il rapporto tra qualità e prezzo. Negli ultimi anni si è passati dall’offrire un’estrema varietà di gusti, alla ricerca di soluzioni attente a soddisfare esigenze di specifici target, come ad esempio il gelato ipocalorico o senza lattosio. Non manca poi la ricerca legata alle tipicità del territorio, con proposte di gelati particolari che, ad esempio per la provincia di Verona, si legano ai gusti del vino e della frutta». Il gusto preferito del presidente Iraci Sareri? «Mi piacciono i gusti cioccomenta, pistacchio e stracciatella», confessa, «da gustare sia a passeggio, sia al tavolo, in un ambiente rilassante e cordiale, caratteristiche che solitamente sono proprie delle gelaterie artigianali, dove conta molto la qualità del prodotto e delle materie prime, assieme alla consapevolezza di quanto la soddisfazione del cliente rappresenti il valore fondamentale di questa attività».
Iraci Sareri: «Il gelato è un’eccellenza, giusto premiarlo»
